1. Inquadramento ambientale
Le torbiere di Danta sono ubicate in una zona periferica delle Dolomiti,
su un promontorio che si stacca dal Gruppo delle Dolomiti di Sesto proteso
sulla valle del Piave e racchiuso a nord-est dal T. Padola e a sud-ovest
dal T. Ansiei.
L'articolato altopiano alla cui estremità sorge Danta presenta,
vicino al margine meridionale, una quota massima di 1661 m col M. Piedo;
il ciglio settentrionale raggiunge quote inferiori con Passo S. Antonio
(1489), Col Caradies (1526), Forcella Zambei (1435), Coston di Danta (1475).
La quota media della zona è dunque nettamente inferiore a quelle
dei monti circostanti, le Dolomiti di Sesto che superano i 3000 metri e
terminano con il M. Aiarnola (2456) ad ovest e le Dolomiti d'Oltre Piave
con il Popera di Valgrande a est (2512).
Il substrato roccioso dell'area è rappresentato da formazioni
Permiane con il Conglomerato di Ponte Gardena verso Danta e Forcella Zambei
e le Arenarie di Val Gardena in Val di Campo. Poco più a ovest affiorano
terreni calcareo-gessiferi della Formazione a Bellerophon evidenziati dalla
diffusione di doline di varie dimensioni.
Una notevole particolarità è data dalla presenza nei pressi
di F.lla Zambei di rocce magmatiche effusive (ignimbriti riodacitiche) che
separano il Conglomerato di Ponte Gardena dalle Arenarie. Unitamente agli
affioramenti di Col Quaternà e M. Covolo queste rocce rappresentano
le estreme manifestazioni orientali del Vulcanismo Permiano Atesino.
Durante le Glaciazioni la zona era localizzata lungo la principale direttrice
di flusso del Ghiacciaio del Piave, gran parte dell'alimentazione proveniva
però dalla grande calotta glaciale che si irradiava in varie direzioni
dal centro delle Alpi a nord della Val Pusteria. La posizione dell'area
delle Torbiere sottocorrente rispetto al flusso glaciale, la protezione
offerta dalla dorsale Col Caradies-Costone di Danta, la quota più
depressa rispetto alle aree circostanti possono essere i motivi che spiegano
la grande diffusione dei depositi morenici in tutta l'area.
La morfologia dolce con pendenze molto blande è caratteristica
del modellamento glaciale con le sue forme di accumulo (depositi morenici)
e di erosione (rocce montonate).
La grande diffusione di depositi morenici a prevalente matrice limoso-argillosa,
derivante dal disfacimento di filladi e arenarie, spiega la diffusione dei
lenti fenomeni di soliflusso presenti nella zona.
Il reticolo idrografico è ancora ad uno stadio embrionale nelle
zone contigue alle torbiere. Quando le pendenze aumentano si individuano
due bacini idrografici: la Valle Diebba e la valle di Rio Mauria separate
nella parte alta da uno spartiacque localmente poco definito (torbiera di
Cercenà). Il Rio Cercenà che nasce in Val di Campo è
tributario del Rio Mauria.
La vegetazione arborea è prevalentemente composta da aghifoglie
(abete rosso, abete bianco, pino mugo) e rappresenta una discreta risorsa
economica.
L'impatto antropico sul paesaggio è contenuto, limitato alla strada
provinciale n° 6 a fianco della quale sono stati realizzati nuovi impianti
sportivi e ad alcune rotabili ad uso silvo-pastorale. Alle pendici di Col
Caradies sono ancora visibili i resti di un impianto di risalita da tempo
smantellato ed è ancora riconoscibile la radura creata per far posto
alla pista ad esso relativa.
2. Inquadramento geologico
Rocce del substrato
Arenarie di Val Gardena (Permiano medio). Nelle "Arenarie
di Val Gardena" del Comelico viene distinta una porzione basale ruditica
nota come "Conglomerato di Sesto" presente nei presso di Danta
e una più classica psammitico-pelitica in cui si inseriscono livelli
ruditici quarzosi diffusa ma scarsamente affiorante nella zona in esame.
Le arenarie quarzoso-feldspatiche micaee rossastre o viola cupo, hanno
grana da mediamente fine a finissima, fino a passare a siltiti rosso mattone,
con minor contenuto in mica e comparsa di livelli calcarei. In questo complesso
si intercalano arenarie siltoso argillose grigio-verdastre con lenticelle
carboniose; talora arenarie grigio argentee da grossolane a finemente conglomeratiche.
La presenza di una matrice argilloso-siltosa rende la roccia piuttosto impermeabile.
La stratificazione è netta, lo spessore medio degli strati va da
10 a 50 cm.
La caratteristiche tecniche sommarie sono le seguenti:
- Composizione: rocce coerenti.
- Grado di suddivisione: medio basso per superfici di stratificazione
e fratture.
- Alterabilità: bassa.
- Resistenza geomeccanica: elevata.
- Stabilità: buona.
- Porosità: bassa.
- Permeabilità: molto bassa, secondaria per fratturazione.
Le "Arenarie di Val Gardena" derivano principalmente dallo
smantellamento della Catena Ercinica e degli apparati vulcanici connessi
al magmatismo Permiano. Si ricorda la vicinanza del Vulcano di Col Quaternà
e la presenza di ignimbriti riolitiche riodacitiche nei pressi di Forcella
Zambei.
La composizione mineralogica (arenarie quarzoso-feldspatiche con abbondante
matrice), le strutture sedimentarie e i fossili che la contraddistinguono
indicano per le classiche aree di affioramento un ambiente semiarido di
piana alluvionale, attraversato da corsi d'acqua a regime stagionale. Nel
Comelico lo spessore più elevato (400 metri) e le diverse caratteristiche
sedimentologiche suggeriscono un ambiente marino costiero.
Conglomerato di Ponte Gardena (Permiano inferiore). Si tratta
di un conglomerato di colore grigio-verdastro che affiora oltre i bordi
della zona in esame e presenta una potenza non superiore a 30 metri. E'
formato da ciottoli abbastanza arrotondati di quarzo, quarziti e scisti
cristallini immersi in una matrice arenacea quarzoso-filladica.
La roccia deriva essenzialmente dallo smantellamento del basamento metamorfico
avvenuto nel Permiano inferiore. I caratteri sedimentologici indicano un
ambiente di sedimentazione a clima caldo semiarido. I conglomerati si sono
formati per sovrapposizione di successive colate detritiche (debris flow)
che hanno costruito numerosi conoidi alluvionali allo sbocco in pianura
delle valli che solcavano la Catena Ercinica.
Formazione a Bellerophon (Permiano sup.). Percorrendo la strada
che da Val di Campo sale verso Passo Sant'Antonio, poco fuori dal perimetro
della zona studiata, la diffusa presenza di depressioni di origine carsica
(doline) indica chiaramente un cambio nella litologia del substrato: alle
arenarie praticamente impermeabili si sostituiscono gli strati facilmente
solubili che contraddistinguono la parte inferiore della Formazione a Bellerophon.
Si tratta per lo più di strati gessosi grigio chiari che si intercalano
ad argilliti siltose grigie, verdastre o nerastre ed a marne grigio scure.
La genesi dei gessi è tipicamente evaporitica, sono formati per
precipitazione di solfato di calcio idrato in ambiente di laguna o di bacini
marini protetti indotta da un bilancio deficitario fra apporto idrico (precipitazione
e corsi d'acqua) ed evaporazione.
Terreni di copertura
Depositi Morenici: L'area in esame Nella zona in esame la copertura
morenica è estesa e profonda e costituisce il terreno di substrato
delle torbiere. Per quanto riguarda i depositi attualmente osservabili in
superficie si tratta di miscele eterogenee di ciottoli, ghiaia, sabbia,
con qualche masso erratico inglobati in prevalente matrice limoso-argillosa-filladica
originata principalmente dal disfacimento delle rocce scistose del basamento
e in minor misura dalle Arenarie di Val Gardena. Sono depositi con struttura
caotica ed eterogeneità granulometrica e composizionale sia in senso
verticale che orizzontale.
La natura dei ciottoli è eminentemente metamorfica, prevalgono
le filladi e le quarziti, ma sono presenti, anche se rari, ciottoli di gneiss
occhiadini, il loro ritrovamento accanto a ciottoli granitici-granodioritici
testimonia un apporto esterno al bacino del Piave, presumibilmente dalle
Vedrette di Ries dove affiorano rocce intrusive di tipo granitoide. Oltre
alle metamorfiti sono presenti blocchi e ciottoli di porfido, calcari, dolomie,
arenarie e conglomerati.
Le caratteristiche tecniche sommarie dei depositi morenici in esame
sono le seguenti:
- Granulometria: estremamente variabile con netta prevalenza di fini,
(ciottoli e blocchi immersi in prevalente matrice argilloso-filladica grigio-rossastra).
- Peso di volume: circa 1,9 t/m3.
- Coesione: sensibile (0.2-0,3 Kg/cm2).
- Angolo di attrito: circa 20°-25°.
- Erodibilità: sensibile.
- Stabilità: variabile nel caso in esame.
- Compressibilità: presente.
- Propensione al dissesto: presente nel caso in esame.
- Idrosensibilità: medio-elevata.
- Permeabilità: bassissima.
Lineamenti geomorfologici
La presenza di rocce erodibili come le Arenarie di Val Gardena e l'azione
del modellamento glaciale con le sue forme di erosione ma soprattutto di
accumulo hanno prodotto un paesaggio dalle forme dolci e arrotondate.
La coltre morenica estesa e profonda ha subito localmente, in tempi successivi
alla sua deposizione, una rielaborazione da parte di frane e corsi d'acqua.
I depositi morenici molto ricchi di matrice argilloso filladica sono
alquanto impermeabili si imbevono, trattengono l'acqua, favoriscono i ristagni
idrici e formano un terreno ideale per la genesi delle torbiere.
3. Caratterizzazione geomorfologica dei biotopi
3.1 Torbiera Val di Campo
Ad ovest della Torbiera di Val di Campo si individua un dosso allungato
in direzione NS, si tratta di una forma complessa di erosione (rocce montonate)
e accumulo (drummlin). A est della Val di Campo si sviluppa un dosso minore,
anch'esso legato al modellamento glaciale, che separa la torbiera principale
da una più piccola.
La Val di Campo a monte della strada provinciale n. 6 presenta un profilo
trasversale con fondo piatto, l'inclinazione dei fianchi è minore
di 20°. Presso la testata della valle, a est del Col Caradies, i depositi
morenici sono soggetti a smottamenti specie in corrispondenza di alcune
piccole sorgenti. A valle della strada la situazione è più
complessa la superficie topografica è articolata con contropendenze
e solchi di ruscellamento.
Lungo il Rio Cercenà sono visibili piccole frane e smottamenti
che interessano la coltre morenica qui molto spessa e contraddistinta da
abbondantissima matrice argilloso-filladica. La Val di Campo è stata
probabilmente generata da una grande e lenta colata staccatasi nei dintorni
di F.lla Zambei e giunta a ridosso della località Cercenà
(quota 1342.6).
Il corpo di frana ha una superficie poco inclinata e leggermente ondulata,
la sua composizione è prevalentemente argilloso-filladica. L'azione
congiunta di questi fattori ha favorito la formazione di ristagni idrici
nelle zone pianeggianti dai quali si sono evolute le torbiere.
3.2 Torbiera di Cercenà
La torbiera di Cercenà è collocata in una piatta zona di
displuvio fra il Rio Mauria e la Val Diebba, anche questa è una tipica
forma derivante dal modellamento glaciale.
Il drenaggio delle acque difficoltoso per le deboli pendenze e per l'esistenza
dei terreni morenici argillosi impermeabili ha determinato estesi ristagni
idrici che hanno consentito lo sviluppo di una torbiera in parte evoluta
fino allo stadio di prato umido.
3.3 Palude della Mauria
La Palude della Mauria rappresenta presumibilmente l'evoluzione di un
piccolo bacino lacustre che occupava una conca di sovraescavazione racchiusa
fra i dossi arrotondati di Pra Becchei e di Col Ciadins di chiara origine
glaciale. La soglia è stata incisa con un processo di erosione regressiva
da parte di un piccolo corso d'acqua. Nella parte più alta il progressivo
interramento ha portato allo sviluppo di una torbiera di pendio ancora attiva
contraddistinta dalla presenza di fossi e pozzette. |